Verona, 86° Festival Areniano:”Carmen”

Fondazione Arena di Verona, 86° Festival 2008
CARMEN”
Opéra in quattro atti dalla novella di Prosper Mérimée su libretto di H. Meilhac e L. Halévy.
Musica di Georges Bizet
CarmenILDIKO KOMLOSI
Micaela ELENA MOSUC
FrasquitaCRISTINA PASTORELLO
Mercedes MILENA JOSIPOVIC
Don José MARIO MALAGNINI
Escamillo MARCO DI FELICE
Dancario FABIO PREVIATI
Remendado GIANLUCA FLORIS
ZunigaVICTOR GARCIA SIERRA
MoralesMARCO CAMASTRA
Primi ballerini ospiti:Lucia Real, Rosa Zaragoza, Diego Llori
Orchestra e Coro dell’Arena di Verona
Coro di Voci Bianche A.LI.VE.
Balletto Spagnolo El Camborio – Lucia Real
DirettoreDaniel Oren
Maestro del Coro Marco Faelli
Voci bianche dirette da Paolo Facincani
Regia e scene di Franco Zeffirelli
ripresa da Marco Gandini
Costumi di Anna Anni
Coreografia di El Camborio

Verona, 25 luglio 2008

Elena MosucPer la settima volta dal 1995 viene ripresa l’opera di Bizet nell’allestimento creato da Franco Zeffirelli, oggi ripreso da Marco Gandini. Una peculiarità in negativo delle stagioni all’Arena di Verona è quella della ripetitività, infatti, in poco più di due lustri è assai improbabile che un festival che si basa su una rosa di cinque titoli a stagione possa reggere su un’alternanza limitatissima di opere e con una riproposta identica quasi annuale con cast più o meno eguali, tolti rarissimo cambi; in aggiunta l’allestimento verrà riproposto anche il prossimo anno. Un rinnovamento generale mi sembra non solo opportuno, ma doveroso considerata la scarsa presenza di pubblico in questa estate rispetto al passato. Della “Carmen” di Zeffirelli si è detto di tutto e di più, pomposa, soporifera, coreografica; resta comunque una messinscena nel segno della tradizione, con una Siviglia scenografica bellissima, ben curata nei costumi (Anna Anni), manca però quello scavo intimistico nei personaggi spesso o quasi sempre relegati a un gioco scenico “da copione”, scontato, non captando affatto il senso del personaggio di Carmen, eroina libera e anticonformista.
In questi anni ad ogni ripresa sono cambiate le impostazioni, meglio aver tolto le oche e i muli della prima edizione, ma con qualche scenografia in meno e una movimentazione sempre diversa dei cantanti, con sfaccettature talvolta superflue se non banali, siamo scivolati nella più monotona routine. Daniel Oren, anch’esso “ruotine” all’Arena, dirige con enfasi e anche pertinenza, ma non riesce mai a cogliere il gusto, l’atmosfera il senso gitano dell’opera vuoi per carenze orchestrali, o lacune proprie, vuoi per gli spazi troppo grandi dell’anfiteatro. Ildiko Komlosi era una protagonista di onesta professionalità, niente Carmenpiù, mancava l’accento, la scavatura del personaggio, la sensualità, e certe mezze voci soprattutto nell’Habanera erano superflue in Arena. Mario Malagnini presentava un Don Josè anche sicuro, ma palesemente aperto e dal canto indurito privo di qualsiasi dolcezza o sfumatura. L’Escamillo di Marco Di Felice risultava inesistente mancando sia nel rango sia nella voce troppo limitata. Alquanto sgangherato il quartetto dei contrabbandieri, dove solo Gianluca Floris restava nella correttezza.
Unica perla in tanto oceano era la Micaela di Elena Mosuc, la quale si presenta in un ruolo più lirico e centrale rispetto al solito repertorio, con ottimi risultati per garbatezza, stile, e fraseggio, semmai mi è parso che il registro acuto e i fiati siano un po’ più limitati di come la ricordavo, ma sicuramente una buona performance. Completavono il cast l’ottimo balletto di El Camborio e Lucia Real, ai quali, vista la grande scuola e professionalità si è pensato di affidare la danza completa dell’Arlesienne al quarto atto, in Arena sarebbe cosa sia gradita al pubblico sia di ottima realizzazione. Buono l’impegno del coro. Anfiteatro quasi esaurito e calorosissimo, estenuanti i tre lunghi intervalli.